E nemmeno chi si fa ministro di Dio e profana la fede e il culto con le opere troppo in aperta opposizione con le facili esortazioni della parola e il materiale esercizio del proprio ufficio. Alte e terribili ai preti indegni, agli ecclesiastici che abusano dei loro poteri per esercitare ingiustizie sugli uomini «mondi di cuore e dalle pure intenzioni» alte e terribili devono suonare dal profondo degli evi le severe sdegnose meritate parole di Colui nel cui nome falsamente agiscono e sotto cui tentano ricoverarsi
«Non v'ho mai conosciuti - ritiratevi da me, voi tutti operatori d'iniquità».
Il Maestro divino afferma ai suoi seguaci la sicurezza, la pace, l'intima gioia che possono venire all'anima dal mettere in pratica i suoi suggerimenti di vita, così semplici, così dolci, così puri, così ben uniformati al desiderio intimo d'amare, di beneficare, d'elevarsi, di mondarsi, ch'è insito nell'anima accesa da Dio. - «Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica - dice Gesù - sarà paragonato ad un uomo avveduto che fondò la sua casa su la roccia. E cadde la pioggia, i fiumi inondarono, soffiarono i venti, imperversarono contro quella casa, e quella non andò giù; perchè era fondata su la roccia».
Con questa poetica immagine, il Salvatore intende che chiunque possiede la fede vera e vive e agisce secondo il Vangelo, e nella religione si ripara, è al salvo dalle tempeste dell'esistenza e dagli attacchi degli uomini e della cattiva sorte. Il contrario accade a chi non si cura di mettere in pratica le norme della religione vera, di opere, di sentimenti e non d'esteriorità e di parole superficiali: - «Chi ascolta queste mie, parole e non le pratica, sarà simile a uno stolto che edificò la sua casa sopra la sabbia.
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