Le parabole fragranti di poesia, sono il fiore degli insegnamenti di Gesù, e in esse noi troviamo adombrato tutto un metodo di vita, esempi per ogni contingenza, consigli e ammonimenti e conforti. Si ripensi, fra le altre, alla parabola del Fariseo e del Pubblicano, di cui l'uno prega con orgoglio e l'altro con vera compunzione; alla parabola del Figliuol Prodigo in cui il ravvedimento è celebrato con festa; - la parabola del Samaritano che insegna ad amare coi fatti, non con le vane parole.
E le sentenze del Vangelo? Esse scintillano a caratteri aurei, e splenderanno fulgide di verità nell'animo di chi ha famigliare il libro divino, come una risposta arcana, come una difesa suprema. Colti dalla passione dell'orgoglio, ci sovverremo dell'umiltà di Cristo che diceva di sè: «Il figliuolo dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire» ed anche: «Imparate da me che son mite ed umile di cuore» oppure: «Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». E se la nostra fede s'intiepidirà, ecco la voce del Maestro, dolce e severa, a richiamarci: «Senza di me non potete fare nulla»
Se poi ci vincerà la cupidigia delle conquiste materiali, del guadagno, degli onori, la Buona Parola ci risuonerà all'orecchio: «Che giova all'uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l'anima?» E se le passioni dei sensi avvolgeranno di caligini la nostra coscienza, ecco la più soave tra le Beatitudini sfiorarci la fronte come la bianca ala di un angelo: «Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio!
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