E con quanto maggior motivo darebbe oggi il suo biasimo se si trovasse in mezzo a noi, in questa nostra età in cui tutto fa capo al benessere del corpo, e così poco e così falsamente è guardata la vita dello spirito che chi vi attinge i maggiori conforti e dà ad essa la maggior importanza è riguardato quasi come un essere ingenuo e anormale!
«Nessuno può servire a due padroni - ammonisce Gesù. Invero o odierà l'uno e amerà l'altro: o sarà affezionato al primo e disprezzerà il secondo.
«Non potete servire a Dio e al mammona» (nella lingua volgare di Palestina significa ricchezza).
Sono infatti troppo diverse e in opposizione fra loro queste due tendenze perchè si possano conciliare nella vita del cristiano. Seguire i precetti del Signore vuol dire la generosità, l'abnegazione, il disinteresse, il sacrifizio, la semplicità di vita, la rinunzia: e l'attaccamento al lucro, al vantaggio personale, alle dovizie, ai propri piaceri, è rinnegare assolutamente lo spirito Evangelico.
Per questo il buon Maestro ha detto che non si può essere fedeli ad un tempo a Dio e al mondo.
Udite con quali parole soavi e semplici e piane Egli ci esorta a non preoccuparci affannosamente della nostra sorte, dei nostri bisogni, mentre su voi vigila Dio:
«Per questo vi dico: non v'angustiate per il vostro vivere: di quel che mangerete, nè per il vostro corpo di che vi vestirete. La vita non vale più dell'alimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli dell'aria che non seminano, nè mietono, nè empiono granai, e il vostro Padre celeste li nutre.
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