- anche ora, dopo venti secoli, hanno la virtù di commuoverci se li ascoltiamo con attento orecchio.
Marco evangelista così ci narra della risurrezione della figlia di Giairo:
«Passato Gesù di nuovo con la barca alla riva opposta, gran folla andò a lui, e stava lungo la marina. E venne uno dei capi della sinagoga, chiamato Giairo; il quale vistolo, si prostrò ai suoi piedi. E lo pregava molto così:
- La figliuola mia è agli estremi; vieni a porre su lei la mano affinchè sia salva e viva.
E Gesù andò con lui e lo seguiva gran folla che lo pigiava».
«...Mentre tuttora parlava, arriva gente dal capo della sinagoga a dirgli:
- Tua figlia è morta: perchè molesti più oltre il Maestro? - Ma Gesù sentito quel che dicevano, disse al capo della sinagoga
- Non temere: solo, abbi fede.
E non ammise a seguirlo se non Pietro, Giacomo e Giovanni. E giunto a casa del capo della sinagoga, vede del tumulto e gente che piangeva e ululava forte. Ed entrato disse loro:
- Perchè vi affannate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme.
E se ne beffavano. Egli però, mandati via tutti, prende con sè il padre e la madre della fanciulla e quei ch'eran con lui, ed entra dove giaceva la fanciulla. E presa la fanciulla per mano, le disse:
- Talita cumi - che vuol dire: Fanciulla, dico a te, levati su.
E subito la fanciulla si alzò e camminava. Aveva dodici anni. E sbigottirono per grandissima meraviglia. Or comandò loro strettamente che non lo risapesse alcuno, e disse che le fosse dato da mangiare».
Non vi ha, penetrato tutta la soavità mistica di questa narrazione miracolosa, così poetica e tenera nella sua sobrietà disadorna d'ogni eleganza di stile?
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