Sfogliando quel libro eterno di verità, di giustizia e di consolazione che è il Vangelo, c'incontriamo ad ogni tratto, come in una mistica fioritura primaverile, in un'accolta di precetti, di sentenze, di brevi meditazioni, che se lette con mente attenta e cuore ben disposto ad accoglierne l'aroma di purezza e di bontà di vita possono rinnovare ed elevare tutto il nostro mondo morale e servire di base ad una condotta veramente conforme agli ideali di Gesù.
Poichè la dottrina di Cristo, a differenza di quelle di molti filosofi, è essenzialmente pratica: e in tutto il suo insegnamento non troveremo un solo consiglio che non possa essere seguito perchè esorbitante dalla possibilità dell'umana natura. Tutto è semplice, limpido, piano: tutto risponde ad alcuna di quelle tendenze buone che dormono in noi e che troppe volte non risvegliamo per un mero senso di noncuranza o di accidia. Quando Gesù esorta con la sua dolce voce che i secoli ci hanno tramandato: «Non giudicate affinchè non siate giudicati» intendendo: non criticate con malignità, se non volete che la giustizia divina giudichi Voi severamente; non è un pensiero d'equità e di carità di cui tutti noi sentiamo la bontà indiscussa e il valore morale? E quando prosegue Gesù col noto simbolo: «E perchè osservi tu la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, e non badi alla trave nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello mentre c'è una trave nell'occhio tuo: Lascia ch'io ti levi dall'occhio la pagliuzza?» non risponde Egli a un sentimento spontaneo che c'invade allorquando udiamo persone tutt'altro che incensurabili rilevare ogni debolezza, ogni difetto altrui e pretendere di dettar legge e riformare il mondo?
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