L'acqua lustrale che l'araldo di Cristo versava sul capo di coloro che la sua parola toccava e convertiva - primo bagliore di crepuscolo annunziante una divina aurora in quelle anime chiuse ancora nel letargo dell'ignoranza bruta, nel buio dell'istinto, ignare d'un ideale trascendente la vita e l'appagamento dei sensi - l'acqua fresca e pura del fiume rispecchiante gli olivi e le palme, che rivelava al semplice pensiero dietro le fronti chine che cosa fossero e speranza e fede, sino allora virtù ignorate, e fece sgorgare le prime lagrime del pentimento - le lagrime di cui gli Angeli fanno preziose perle - questo rito embrionale cristiano possiamo ritrovarlo oggi nel sacramento della penitenza a cui ci accostiamo con cuore umile e ardente prima che Gesù si avvicini all'anima nostra per rivelarle un lembo d'infinito.
Il Redentore è ancora invisibile, è ancora lontano, ma tutto intorno è l'attesa trepida, il gran presentimento. Lo sognano come un possente re munifico i fanciulli dagli occhi sereni e innocenti: lo vagheggiano glorioso condottiero rivendicante ogni diritto i baldi giovani dal sangue fervido: lo affrettano presso la loro maturità declinante i padri per sentirsi alleggerire dal Divino il peso della vita e delle colpe; lo intravedono nell'ombra crepuscolare della lor semi-incoscienza i vecchi, anelando esulare dalla terra con la visione d'un mondo novello sugli occhi che troppe crudeltà, troppi dolori han veduto.
Egli è l'Atteso, l'Annunziato, e tutti ne immaginano la venuta come quella d'un possente sovrano, circondata dalla pompa d'uso in oriente, preceduta e segnalata da grande clamore.
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