Lo spirito del Signore su me; perciò m'ha consacrato per dare ai poveri la lieta novella; mi ha mandato a sanare i contriti di cuore, ad annunziare la liberazione ai prigionieri; la vista ai ciechi; a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l'anno accettevole al Signore e il giorno del premio.
Poi, ripiegato il libro, lo rese all'inserviente e sedette. E gli occhi di tutti, nella sinagoga, erano fissi in lui. Or cominciò a dir loro:
«- Oggi questa scrittura è adempita negli orecchi vostri».
Gesù intese dire: La profezia d'Isaia oggi, si compie, e le parole ch'io v'ho letto, e che voi avete ascoltato, sono io ora che le dico, io apportatore della lieta novella; io che reco il perdono di Dio ai veramente pentiti, io che scioglierò i prigionieri del Male dai lacci delle passioni; io che aprirò gli occhi degli uomini a verità eterne finora ignorate o noncurate; io che sono qui a rendere giustizia al debole contro il forte; a insegnarvi come dovete vivere e meritarvi il regno di Dio.
Così, nella sua città natale, semplicemente, senza salire in cattedra, ma obbedendo ad una pratica del culto insieme coi suoi correligionari, aprendo un libro, Gesù fece la prima rivelazione dell'altissimo còmpito che Dio gli aveva assegnato.
Non è sublime questo, diremo, primo atto pubblico della vita di Gesù? Nessuno quasi conosceva il giovane Maestro che s'era preparato nella solitudine, nella meditazione, nella preghiera, e tutti lo mirano stupiti. I più degni - pochi - credono subito, poichè la divinità del Cristo ha avvolto l'anima loro come una luce improvvisa; i meno degni - molti - i dubbiosi, gli scettici, i pigri di spirito, gli invidiosi, esitano e negano, non comprendono o non vogliono comprendere.
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