Le anime loro erano sbocciate nel silenzio della voce interiore che ammonisce, consiglia e guida. La triste indifferenza per la vita spirituale, l'arido scetticismo per la fede, pura fonte di energia, aveva circondato la loro puerizia fiorita sotto il dominio delle preoccupazioni per un benessere materiale sempre maggiore da raggiungere. Nè tempio, nè preghiera, giudicati avanzi di superstizione, superflui, e forse dannosi in un'èra di scienza e d'indagini libera col pensiero indipendente. Ma venne un giorno nefasto in cui le promesse della vita mancarono ad un tratto, in cui ad un tratto si sommerse fra le tenebre d'un naufragio il sogno più accarezzato, più lungamente perseguito: venne un giorno doloroso in cui la morte crudele rapì l'essere più necessario, più appassionatamente amato e prediletto: e per queste rovine, per queste distruzioni, per questi strazi, la scienza non ebbe che una parola fredda, il mondo un frettoloso compianto, la vita materiale un'inutile ricchezza.
Allora, sull'orlo del precipizio in cui la disperazione gettava queste anime travagliate, una mano misteriosa trattenne, una parola nuova risuonò, una visione mistica si aperse nel buio orizzonte, e chi non sapeva pregare s'inginocchiò e pianse, e chi non sapeva vedere oltre la fine della morte, intravide il chiarore d'un'alba; e chi credeva che tutta l'esistenza si svolgesse sulla terra, fra le creature e le passioni, fra le vittorie e le sconfitte umane, si sollevò su una cima solitaria e in una trasfigurazione conobbe il cielo.
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