Vi è tanto conforto, vi è tanta pace, in questo umile atto d'omaggio supremo: in questa rassegnazione ampia e cosciente; in questa rinunzia grandiosa a tutte le lotte, a tutte le amarezze, a tutti gli affanni delle aspirazioni cocenti. «Vieni dietro a me - ha detto Gesù: - io sono via, verità e vita». E su quelle orme di luce noi dobbiamo incamminarci senza timore, certi che non ci smarriremo mai; che raggiungeremo, se anche per una via dolorosa, la vetta delle più alte idealità umane. Tutto ci può ingannare intorno a noi, la felicità, la ricchezza, l'amore, la gloria: tutti ci possono far danno, più o meno involontariamente, perfino gli esseri a noi più cari: noi stessi possiamo fallire alla prova, illuderci, essere infedeli ai nostri sentimenti più sicuri, alle nostre idealità più sacre. Perchè noi siamo deboli e infermi e senza la luce divina l'uomo torna ad essere quello che fu prima che il Creatore gli infondesse il suo soffio: un ammasso di fango. Ma se ci metteremo risolutamente sulle vestigia di Cristo, saremo nella chiarezza della verità, al sicuro da ogni agguato, da ogni tempesta, da ogni rovina.
XI.
La Natività.
Il Natale è certo la festa più poetica e dolce della cristianità. Ma non per tutti ha conservato, attraverso i secoli, il suo carattere sacro, il suo carattere mistico e pio. Nella maggior parte delle famiglie, il Natale non è più che un pretesto per raccogliere i parenti vicini e lontani intorno a una tavola bene imbandita e passare alcune ore in una tranquilla e affettuosa intimità domestica.
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