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      E più tardi Colui che era nato per redimere dal male l'umanità, doveva proclamarlo nel discorso sulla montagna: «Beati i puri di cuore, beati gli umili, beati i poveri, perchè vedranno Dio».
      Il canto degli angeli che si raccolgono per cantar gloria al Messia che inaugurava una nuova era di giustizia, un nuovo regno spirituale sulla terra, è tutto quanto di più solenne, trionfale e pio si possa esprimere con parole. Allaccia i cieli e i mondi, il finito e l'infinito in un raggio d'amore, nell'augurio più grande e più felice: Pace! Gloria e Pace! La luce e la soavità, la potenza e il candore, l'osanna e il sorriso! Pace! Bene fu proclamato il nuovo avvento dalle labbra angeliche con questa parola che il dolce Profeta si prese per divisa. Parola ignota al mondo torvo e feroce di allora, che non conosceva se non la violenza, se non la rapina e la conquista, il diritto del più forte: il mondo dove la donna era schiava, dove lo schiavo era bruto! Ed ecco, nel mite cielo d'oriente, fra le stelle una nuova Stella: ecco fra i sudditi di Cesare Augusto, un nuovo Suddito immortale, ed ecco un verbo nuovo correre il mondo come un fremito di nuova vita: Pace! Pace! Il sovrano del regno delle anime era giunto, Colui che doveva insegnare agli uomini come si ama, come si soffre, come si vinca, come si muoia. Gloria nei cieli a Dio che ha permesso l'altissimo prodigio; e pace in terra agli uomini che sono tutti fratelli, tutti soggetti ad una sorte comune; pace alle coscienze purificate, al pensiero che vagheggia solo il giusto e il buono.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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