Ripetiamo per noi l'augurio celeste, oggi, nel tempio e nella casa: per noi, per quelli che amiamo ed anche per quelli che non possiamo amare, che ci offesero, che ci danneggiarono: Pace! E invochiamola pregando e piangendo per coloro che vicini al paese di Gesù, fra gli astri e le palme, odono invano nella mistica notte gli angeli passare....
Prosegue il racconto
«E poichè gli angeli si furono ritirati da essi verso il cielo, i pastori presero a dir tra loro:
«Andiamo sino a Betlemme a veder quanto è accaduto, come il Signore ci ha manifestato.
«E andarono di buon passo, e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino giacente nella mangiatoia.
«E vistolo si persuasero di quanto era stato detto loro di quel bambino. E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria, poi, riteneva tutte queste cose collegandole in cuor suo. E i pastori se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quel che avevano udito e visto come era stato detto loro».
È bellissima la fede assoluta di quegli uomini primitivi, che senza avere il menomo dubbio d'essere ingannati, docili all'esortazione dei Ministri celesti, si mettono in cammino, e non li trattiene la notte nè la lunghezza della via, attratti dalla speranza luminosa, nè vedendo l'umile rifugio della famigliuola di Nazareth e quel bimbo fragile e bisognoso di tutto, come i figli degli uomini, pensarono d'essere mistificati. Credettero senza discutere, si prosternarono, adorarono. Quanto insegnamento per noi in questa fede semplice e serena, composta di sentimento e d'obbedienza, che non combatte, che non si ribella, che non teme, che non schernisce: che va, s'inginocchia e adora.
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