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      Gesù Cristo rivive la sua seconda ed eterna vita, non tra pochi rozzi uomini che malamente possono intenderlo, ma nell'anima di tutti gli esseri che compongono l'umanità. Rivive e impera nella nostra coscienza, il dolce, il puro, il grande Maestro di Galilea, per confortarci quando siamo afflitti, per deciderci quando siamo irresoluti, per ridonarci la pace quando l'abbiamo perduta, per ammonirci quando abbiamo smarrito la via, per spegnere il risentimento e l'odio e farvi brillare, invece, la pietà e l'amore.
     
      Sorridean dai celesti occhi profondiI pargoletti al bel profeta umil;
      Ei lacrimando entro i lor ricci biondiLa mano ravvolgea pura e sottil (1).
      XIII.
      Trasfigurazione.
     
      Il sei Agosto la Chiesa commemora uno dei punti più culminanti della vita di Gesù: il momento in cui Egli rivelò visibilmente la sua essenza divina agli smarriti occhi mortali e dubbiosi dei discepoli: il momento in cui, rapito nell'estasi della comunione del Suo spirito con l'Eterno, caduto l'involucro, di cui aveva voluto rivestirsi per conoscere e dividere i dolori del mondo, quasi si dissolveva alla fiamma pura e ardente dell'anima che anelava all'olocausto supremo.
      Ecco come narrano i Vangeli il miracolo della Trasfigurazione:
      «Gesù prese con sè Pietro e Giacomo e Giovanni suo fratello, e li menò separatamente sopra un alto monte.
      «E fu dinanzi ad esso trasfigurato. E il suo volto era luminoso come il sole, e le sue vesti bianche come la neve.
      «E, a un tratto, apparvero ad essi Mosè ed Elìa, i quali discorrevano con lui.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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