E come gli angeli t'obbediscono in cielo, t'obbediamo noi in terra.
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano....»
Tutto ci viene da Dio e noi dobbiamo riconoscerlo ad ogni istante. Egli permette al seme di germogliare, alla spiga di maturare: anche quelle che a noi sembrano leggi naturali sono un miracolo continuo. Chiediamo, dunque, al Padre nostro alimento, ma chiediamolo per tutti i nostri fratelli come per noi. E se noi abbiamo assicurato il pane d'ogni giorno, pensiamo ai tanti, ai troppi, che lo ottengono a fatica, e, dopo averli aiutati, preghiamo anche per loro. Ma, insieme al pane materiale, chiediamo a Dio il pane spirituale, il mistico nutrimento pure tanto necessario all'anima nostra: una fede, una speranza, un ideale, una luce, una missione di bontà, di bellezza, di amore: qualche cosa che ci dia le ali per sollevarci dal fango terrestre, per risvegliare le migliori facoltà che Dio stesso mise nel nostro cuore.
«Rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori....»
Il compatimento, l'indulgenza, il perdono delle offese, è uno dei fondamenti della religione di Cristo; e questa virtù di mansuetudine e di carità fraterna fu tanto cara a Gesù, e la stimò così necessaria, che la pose quasi come patto per ricevere alla nostra volta il perdono di Dio. «Perdona e sarai perdonato; cancella i motivi di risentimento, di rancore, d'odio che nutri verso il tuo simile, cancella, dimentica, e Dio sarà teco indulgente e benigno e ti userà misericordia.»
È duro, è malagevole il perdono delle offese.
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