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      Diversa, secondo i tempi, le religioni, la civiltà, fu la preghiera, ma dalla sua forma rudimentale e primitiva che fu quella dell'olocausto, alla sua forma più evoluta che è quella del canto sacro, espresse sempre la stessa cosa, l'omaggio e la supplica; fu sempre la mistica via di luce per cui l'anima può congiungersi, al suo creatore. Le prime frasi che la mamma insegna a balbettare al suo piccino uscito appena dalle fasce sono un'invocazione pia; il primo atto, esprimente la formazione d'una vita spirituale è il poetico segno della croce nel quale il Cristiano, commemorando il martirio dell'Uomo-Dio, si tocca la fronte e il cuore. E le ultime parole che escono dalle labbra di chi s'accinge all'estremo viaggio, sono pure un'invocazione alla misericordia divina; l'atto supremo è un pio bacio di rassegnazione e di adorazione. E fra la prima e l'ultima preghiera, fra il primo e l'ultimo atto della nostra vita religiosa, quante, e come diverso di gradazione, di disposizione, di fervore, sono queste elevazioni spirituali verso la divinità! Ma felice l'uomo e la donna che, sebbene con diverso cuore, con diversa fede anche, non cessarono mai di pregare, non interruppero mai la mistica consuetudine, non spensero mai la fiamma votiva sull'altare della loro anima segreta! Essi non caddero mai in preda alla disperazione per quanto fieri poterono essere i colpi che li percossero, non rimasero mai senza forze per crudeli che potessero succedersi i tormenti, non si sentirono mai soli per quanto gli uomini loro simili li avessero abbandonati.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





Cristiano Uomo-Dio