Come Dio riforniva miracolosamente di nuove energie di resistenza i primi cristiani, che sostenevano il martirio per non venir meno alla lor fede, così alimenta in modo arcano le fibre e l'anima di quelli che mai cessarono di ricorrere a Lui.
Del resto, come può avvenire il silenzio fra l'anima e Dio? In ogni fase della vita, in ogni circostanza, in ogni periodo di gioia o di dolore abbiamo bisogno di ricorrere al nostro Padre che sta nei cieli. Il bimbo e la bimba per chiedergli di rinsaldare le loro membra ancora fragili, di piegare alla scabrosa obbedienza la volontà già ribelle, di aprire senza difficoltà la mente allo studio e il cuore ai germogli del bene, perchè la protezione e la guida dei genitori non abbia a venir loro meno mentre più ne abbisognano. Il giovine e la fanciulla - sebbene si trovino nell'età in cui la vita appare più facile e lieta, in cui sembra che le esuberanti forze spirituali e materiali possano sopperire a tutto, e il fosco fratello Dolore e la silenziosa sorella Morte appaiono relegati a lontani confini, - dovranno anch'essi inclinare in qualche pio raccoglimento il sorridente volto e pregare. Non vi è età, purtroppo, nè ricchezza di speranze e di sogni che possano preservare dal dolore e dalla morte, i quali sembrano anzi molte volte preferire le floride mèssi intatte a quelle già solcate dagli uragani.
E tutti i giovani, tutte le fanciulle conoscono certi abbattimenti improvvisi, certe malinconie profonde, certe stanchezze penose, certe delusioni gelide che colpiscono l'anima in piena fioritura come una brina traditrice sui verzieri in fiore di aprile.
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