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      Lo stesso nome di cemeterio, significa luogo di riposo, dormitorio: gli emblemi parlano di purezza, di fortezza, di vita eterna. Una colomba, un'àncora, un agnello, una vite coi grappoli, una palma: il dolore vittorioso. Ancòra si leggono, corrose dai secoli, le parole che compenetrano il nostro cuore di riverenza e di commozione: «Dormi in pace, anima dolce e fedele» - «Abbi fiducia» - «Nel sonno della pace e della luce» - «La luce eterna risplende per te» - Sembrano augùri tranquilli da cui il dolore sia escluso.
      Eppure erano le voci di quelli a cui più quei morti furono cari, che più sentirono nella loro fragile umanità lo strazio della separazione. Tanto potere di conforto, tanta virtù di eroismo avevano allora la fede e la religione sulle anime!
      Procuriamo anche noi di imitare i nostri remoti fratelli! Per quanto acerbo possa essere il dolore proveniente dalla morte, per quanto sconsolato, facciamo che non vi penetri mai la bieca disperazione; che la luce delle speranze immortali inondi la nostra anima ferita e asciughi i nostri occhi piangenti.
      Gli articoli dalla nostra fede che ci impongono di credere alla vita eterna degli spiriti e di comunicare attraverso la morte coi diletti che ci precedettero nel Mistero, esprimono tutto il conforto che la religione può dare a chi la pratica altamente. Un grande spirito ardente, in uno studio sul cristianesimo, a proposito della comunione delle anime, scrisse queste belle e benefiche parole, che ci giova ricordare, errando tra i sepolcri: «Questa radunanza spirituale, di cui amore e verità sono i vincoli, non deve far nessun conto del tempo e dello spazio, della vita e della morte: come l'intendiamo noi nell'ordine naturale e sensibile.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





Mistero