La tua sposa è beata, giacchè molte azioni implorano per lei presso Dio».
Non bisogna dimenticare, infatti, che Cristo attribuiva all'elemosina una grande virtù redentrice, poichè dichiarava che riteneva come compiuto verso di lui tutto ciò che si fa per l'ultimo dei nostri fratelli; anche la minima delle carità: un bicchier d'acqua.
Onoriamo i nostri estinti con un atto generoso a vantaggio dell'infelice e sarà, insieme con la preghiera, il modo più pietoso e cristiano per commemorarli.
Ma, oltre questo culto visibile, ve n'è un altro invisibile che possiamo tributar loro nel nostro intimo mondo spirituale: ed è quello di collocare idealmente la loro immagine, inghirlandata dei fiori del ricordo, nel centro della nostra coscienza come la loro effigie sta fra le pareti della nostra casa. Essa vigilerà, così, tutta la nostra vita morale, presiederà alla formazione di tutti i nostri desideri, di tutte le nostre determinazioni, e ci avvertirà subito se non saranno leciti, se non saranno buoni e degni. Sia la memoria cara e sacra di coloro che amammo e che più non vediamo, come la stella polare della nostra vita interiore consultiamola prima di abbandonarci ad un pensiero, ad un sogno; prima di scegliere o di decidere: ricorriamo a lei se ci sentiamo soli, smarriti e deboli troppo per qualche sacrifizio impostoci dal dovere: se la nostra coscienza è turbata da un contrasto, da un rimorso.
Rifugiamoci in lei nelle ore del dolore e dell'amarezza: ci verrà la pace; sorridiamo a lei nei giorni del faticoso e nobile trionfo ottenuto nel dualismo oscuro, e recando a lei la gloriosa palma del nostro martirio occulto, diciamole questa vittoria è tua!
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Dio Cristo
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