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      Questo adattamento completo implica non soltanto una perfetta conformità esteriore dell'operare alle esigenze di una tal vita; ma implica del pari una conformità correlativa e della struttura e delle attività, fisiologiche e psichiche; è insomma ad un tempo adattamento della condotta e adattamento dei fattori interni della condotta. Quindi anche le idee, i sentimenti, le tendenze sono, nella loro qualità e intensità e gradi di subordinazione, pienamente adatti e conformati ai bisogni e alle esigenze della vita in tutte le sue manifestazioni, e trovano nelle forme di condotta corrispondenti il loro appagamento pieno e concordante. Il che viene a dire che l'adattamento completo attua in sé le condizioni della massima felicità.
      Adunque, massima elevazione della vita, adattamento completo, massima felicità, sono per lo Spencer tre concetti che coincidono; o, meglio, sono facce o aspetti diversi di un medesimo risultato finale, ed esprimono il limite verso il quale tende l'evoluzione della vita umana nello stato sociale.
     
      2. - È appunto per questa identificazione, che sta in fondo al pensiero dello Spencer, tra evoluzione e aumento di felicità, che egli può porre come ottima la condotta rispondente al limite della evoluzione. Perché lo Spencer, come è noto, ammette esplicitamente che il fine ultimo, espresso o sottinteso, dell'operare, non può essere che una forma di coscienza desiderabile, cioè di piacere; e che la condotta è buona nella misura che essa apporta, tenuto conto di tutti gli effetti presenti e futuri sopra di sé e sopra gli altri, un avanzo dei piaceri sui dolori.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





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