Ma le leggi generali, le verità fondamentali, solo per questa via si possono ricercare e scoprire, e solo con questo procedimento il sapere passa dalla sua forma empirica alla sua forma razionale.
Per ottenere la formula che esprime il potere della leva si suppone una leva che non si pieghi, ma sia assolutamente rigida; un fulcro che non abbia, come nella realtà, una certa superficie; e si suppone che la potenza e la resistenza si esercitino su un punto, invece che su una parte piú o meno estesa della leva. Del pari la determinazione del corso di un proiettile si ottiene trascurando dapprima tutte le deviazioni prodotte dalla sua forma e dalla resistenza dell'aria. E il medesimo negli altri casi. Stabilite cosí queste verità ideali, diventa possibile tener conto degli elementi dai quali si è fatta astrazione, delle complicazioni risultanti dall'attrito, dalla plasticità, dalla coesione, dalla resistenza dell'aria: e ottenere cosí una determinazione sempre piú esattamente approssimata al fatto reale. Qui è manifesta la relazione tra certe verità assolute della meccanica e certe verità relative che implicano le prime, come è manifesto che non si possono stabilire scientificamente le verità relative finché non sieno formulate indipendentemente da queste le verità assolute. Il che equivale a dire che la scienza meccanica applicata può svilupparsi soltanto dopo che si è sviluppata la scienza meccanica ideale.
Le medesime considerazioni valgono per la scienza morale. È impossibile determinare con approssimazione scientifica quale sia, date certe circostanze reali, il modo di operare meno ingiusto, se non si conosce quale sarebbe il modo di operare giusto; e questo non si può conoscere se non si suppongono eliminate tutte le circostanze che lo impediscono o lo limitano e ne falsano i caratteri ed i risultati: cioè, in breve, se non si suppongono, scevre da ogni perturbazione, le condizioni ideali, nelle quali è possibile l'operare assolutamente giusto.
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