Non si può derivare l'obbligo dalle ragioni che giustificano la norma, senza riconoscere che l'obbligo vale solamente in quanto valgono queste ragioni; cioè senza assegnargli un valore ipotetico, non piú categorico. Né si può ricavare la giustificazione della norma dall'obbligo categorico, senza riconoscere che la norma vale solo in quanto esiste l'obbligo; ossia senza negare qualsivoglia giustificazione, cioè riconoscere che il contenuto della norma non avrebbe nessun valore se l'obbligo mancasse.
3. - Gli è che quando si dice essere il dovere condizione necessaria della morale, si scambia la morale colla moralità, la norma colla conformità alla norma. Ma l'obbligo riguarda l'osservanza, non la determinazione della norma. Ora, che dell'osservanza della norma sia condizione necessaria e caratteristica il dovere, è cosa che potrà o non potrà ammettersi, ma ha ad ogni modo un senso; che sia essenziale alla determinazione della norma, non è neppure discutibile, perché non ha senso. Sarebbe come dire che è essenziale alla costruzione della scienza medica l'obbligo di prendere le medicine. È verissimo che sarebbero perfettamente inutili le prescrizioni mediche se non si supponesse che vengano osservate; ma è non meno vero che l'obbligo di osservarle, posto che ci fosse, non muterebbe in nulla il contenuto e il valore delle prescrizioni. L'obbedienza del cliente non muta la scienza del medico. E le condizioni da cui dipende l'osservanza sono cosí distinte dalle ragioni che giustificano una norma, che l'ufficio di tutte le scienze precettive si fa consistere nel cercare e determinare le relazioni tra certi mezzi e un certo fine, nella supposizione che il fine sia voluto, e all'infuori da ogni preoccupazione che riguardi la reale esistenza ed efficacia del desiderio o dell'obbligo di conseguirlo.
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