6. - Io non ho difficoltà a riconoscere che i due indirizzi prevalenti nella speculazione morale contemporanea - l'indirizzo sociologico-storico, e l'indirizzo idealistico-prammatistico - si accordano fondamentalmente nel respingere le costruzioni etiche razionali o pure, e nell'assumere come punto di partenza legittimo la realtà dei dati morali; dei quali l'uno considera principalmente l'aspetto esterno, sociale, e l'altro l'aspetto interno, psicologico. Ma noto subito che la novità nel punto di partenza e nel processo di costruzione, è soltanto apparente; o, per essere piú esatto, la novità consiste14 nell'assumere la legittimità di un procedimento, che inconsapevolmente domina in generale la speculazione etica, e che si scorge piú evidente in quei sistemi i quali hanno raccolto rispettivamente nei diversi tempi e luoghi piú largo consenso (consenso non verbale, si intende, ma reale). In altri termini non si fa che seguire in modo consapevole e riflesso quella stessa tendenza e preoccupazione a cui ha obbedito in generale la speculazione morale, almeno nella forma riconosciuta rispettivamente nei diversi tempi come ortodossa, o retta, o sana che si voglia dire; la preoccupazione di giustificare il modo di operare, di sentire e di giudicare già tenuto come buono. Ora il rendersi conto che la costruzione etica - sotto l'apparenza logica di una deduzione progressiva di certi precetti particolari da una norma generale e di questa da un fine posto come supremo fu sempre, in sostanza, regressiva (dai precetti particolari alla norma generale e da questa ai principi che la giustificano), segna certamente un progresso e un acquisto quanto alla conoscenza del processo reale storico e psicologico di formazione dei sistemi morali.
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