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      Ma altro è conoscere quale sia stato il processo realmente seguito, altro è affermare la legittimità del processo. Certo sarebbe un fortissimo argomento di probabilità, se avesse fatto buona prova. Ma se si guarda ai risultati, vien fatto piuttosto di pensare il contrario; di pensare, che la speculazione morale sia viziata nelle origini appunto dal preconcetto che la domina e dal procedimento che il preconcetto suggerisce. Ed è da questo preconcetto che nasce, a mio giudizio, cosí il difetto della soluzione a cui riesce l'indirizzo sociologico, come di quella a cui fa capo l'indirizzo prammatistico.
     
      7. - In primo luogo importa notare che ambedue gli indirizzi, appunto perché hanno comune il presupposto che compito dell'Etica sia quello di unificare le norme già date, risalendo da esse ai principî o ai postulati, sembrano ammettere questi due punti: 1° Che le norme morali siano già tutte conosciute e determinate, o che dalle norme conosciute si ricavi il criterio per quelle non determinate. 2° Che le norme date siano fra di loro concordanti o compatibili, o almeno non in contraddizione l'una coll'altra.
      Ora né l'una né l'altra di queste condizioni si avvera nel fatto.
      E prima di tutto non è esatto che le norme della condotta siano già date e conosciute. Anche se lo Spencer ha torto, come io credo e si vedrà piú innanzi, di assumere a criterio del giusto l'adattamento perfetto o il piacere puro, ha ragione nel sostenere che in un gran numero di casi la coscienza non ci dice quale sia il modo di operare giusto o approssimativamente meno ingiusto.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





Etica Spencer