Per conseguenza, condotta buona apparirà non quella semplicemente che è richiesta dalle condizioni di fatto, ma quella che, nei limiti imposti dalle condizioni reali, tenda a modificarla nella direzione segnata dallo stato piú desiderabile15.Soltanto in un caso, puramente teorico, la condotta tracciata in conformità con questo criterio coinciderebbe con la pura e semplice corrispondenza alla realtà delle condizioni date; nel caso che lo stato reale presente apparisse universalmente e sotto ogni rispetto piú desiderabile di ogni altro. Ma anche in questo caso la valutazione è data dalla desiderabilità, non dalla realtà.
Insomma, altro è comprendere che una forma di condotta è conforme a certe condizioni, altro è aver coscienza della bontà di quella condotta; la quale non può nascere che dalla coscienza della bontà di un fine a cui la condotta è, o si crede che sia, ordinata; altra cosa è la necessità di certe condizioni, altra è la loro desiderabilità; altra cosa è la spiegazione storica, e altra la giustificazione etica.
10. - Di questa esigenza di una giustificazione, alla quale, una volta che sia sorto il lavorio riflesso della comparazione e della critica, nessuna costruzione etica può sottrarsi, si preoccupa invece il nuovo idealismo prammatistico, il cui presente successo si deve, come credo, in gran parte, alla insufficienza del relativismo sociologico e storico nel campo della morale. Esso è in sostanza, come è noto, un ritorno alla metafisica in nome delle esigenze pratiche; la affermazione del diritto di credere all'esistenza reale di quelle condizioni che si pongano come necessarie a dare un fondamento oggettivo al valore delle norme e dei motivi morali.
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