In questa reazione a difesa della fede il nuovo idealismo, fatto audace dal favore delle circostanze e dalla debolezza degli avversari, è passato, come accade, dalla difensiva alla offensiva; e non solo afferma la legittimità del proprio indirizzo nel campo della morale e della religione, o, come si dice, nel campo dei valori pratici; ma anche nel campo della scienza, o dei valori teoretici; pretendendo che in ultimo anche il sapere teoretico, benché non se ne accorga o si dia l'aria di non accorgersene, non abbia altra ragione per giustificare i principi e i postulati che assume a fondamento delle sue interpretazioni dei fatti e delle leggi particolari, se non una ragione di convenienza; il valore che quei principi hanno come mezzi per la sistemazione del sapere, cioè in ultimo per la soddisfazione di un bisogno speculativo.
Qui non è il luogo di discutere ciò che nella dottrina ci può essere di vero - piú come intuizione di un aspetto trascurato della realtà psicologica, che come legittimazione di un metodo - per quel che riguarda la ricerca scientifica16; la considero nel campo della morale, e soltanto rispetto all'argomento che ci riguarda. Per questo rispetto la soluzione che essa dà del problema della giustificazione etica, non differisce sostanzialmente dalle altre soluzioni di carattere metafisico, se non per il fondamento. A proposito del quale, siccome, se anche se ne ammetta la validità, questa non toglie il difetto che nasce dal carattere metafisico della soluzione, mi accontento di osservare, per quelli che credono di sfuggire per questa via all'utilitarismo, che essa conduce a una forma, mistica se si vuole, ma ad una forma di utilitarismo; anzi alla forma estrema e piú radicale: la valutazione delle stesse credenze metafisiche e religiose dal punto di vista di un interesse umano; sia pure questo interesse il massimo, il termine di confronto di tutti gli altri.
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