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      Perché conduce a considerare la credenza come un sostegno della moralità, ossia in ultima analisi come un mezzo pedagogico. E non è escluso il dubbio che, a questo modo, proprio nel mentre che si pone il valore della credenza, si venga a togliere valore all'oggetto della credenza.
     
      11. - Venendo ora al nostro argomento, è certo che la soluzione del prammatismo, come in genere le altre soluzioni di carattere metafisico, soddisfa a quella esigenza della giustificazione etica, alla quale non soddisfa il relativismo storico. Ma anch'essa presenta - dico all'infuori da ogni contesa sulla legittimità del fondamento e sulla validità teoretica dei principî e dei postulati ammessi - il difetto capitale delle costruzioni metafisiche. Ed è che il fine di ordine soprannaturale cosí postulato, non può servire a determinare le norme. Non può servire, per la ragione perentoria che la relazione tra un fine, che è al di fuori e al di sopra della vita umana naturale e finita, e una condotta, qualunque essa sia, che si deve dispiegare nell'àmbito delle leggi naturali e i cui effetti determinabili sono contenuti nei limiti della vita finita individuale e sociale, una relazione di questo genere, dico, non può essere in nessun modo dimostrata, ma soltanto affermata. Ne è prova il fatto che lo stesso fine soprannaturale, la stessa costruzione metafisica può essere assunta a giustificare norme concrete di condotta non soltanto diverse, ma opposte, senza che si possa ricavare da essa nessuna ragione per la quale tra due forme di condotta diverse, una possa o debba giudicarsi preferibile all'altra.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87