Pagina (43/87)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perché, alle norme stabilite in conformità al criterio della corrispondenza alle esigenze della vita sociale, non si può riconoscere un valore superiore a ogni altra norma, se non supponendo che la forma di esistenza sociale correlativa si riconosca universalmente e sotto ogni rispetto piú desiderabile di ogni altra; presupposto che non è per nulla legittimato, né si può ricavare dal criterio assunto. L'altro - quello dell'idealismo prammatistico - in quanto fa capo a principî e postulati metafisici, serve a giustificare il valore che si attribuisce alle norme morali, ma è radicalmente imponente a fornire un criterio di determinazione delle norme.
      Il primo può determinare le norme, ma non giustificarle; il secondo può giustificarle, ma non determinarle.
      L'uno e l'altro tipo di soluzione hanno comune il preconcetto fondamentale che compito dell'Etica debba essere quello di trovare le ragioni sulle quali è fondata la bontà o la giustizia di quella forma di condotta, che già teniamo come buona. Ammesso - tacitamente o esplicitamente - questo presupposto, l'esigenza scientifica porta a riconoscere le connessioni naturali tra quella forma di condotta e i bisogni della vita sociale del momento storico, e quindi ad assumere come criterio etico la corrispondenza a questi bisogni; l'esigenza morale o giustificativa porta a cercare a quali patti o condizioni quella forma di condotta possa veramente essere riconosciuta come buona, e quindi ad assumere come fine della condotta un bene il quale soddisfaccia a quel requisito di universale e preminente desiderabilità, che non si trova in quel fine, che è in realtà il fine naturale della condotta17.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





Etica