) E finalmente a queste due ragioni generali se ne può aggiungere una terza particolare. Chi può dire che al modo stesso, almeno, col quale può essere utile la conoscenza delle relazioni che esistono tra forme diverse di moralità e condizioni storiche diverse, non possa tornare utile la conoscenza delle relazioni scientificamente stabilite tra una forma di condotta possibile e un ordine di condizioni possibili?
14. - Concludo: il problema, se una scienza normativa etica sia possibile, non è un problema risoluto, ma è un problema da risolvere. Se si possa e si debba risolvere nel modo tenuto dallo Spencer, è questione diversa e che rimane da esaminare. E questa critica preliminare mentre avrà servito, come spero, a dimostrare che il presupposto fondamentale dello Spencer intorno al compito dell'Etica non può essere a priori escluso, ha posto in chiaro le esigenze fondamentali alle quali una scienza normativa morale deve soddisfare.
E cosí ci fornisce una guida per la critica della dottrina.
PARTE TERZALA DOTTRINA DELLE DUE ETICHE E LE ESIGENZE
DI UNA SCIENZA NORMATIVA MORALECAPITOLO SESTO
IL CRITERIO DEL LIMITE DELL'EVOLUZIONEE DELL'ADATTAMENTO COMPLETO NON SERVE
A DETERMINARE IL TIPO DI CONDOTTA CERCATO
Il programma che lo Spencer traccia e si propone di seguire (non dico che in realtà gli sia rimasto fedele) per costruire una scienza normativa etica, si può raccogliere, in queste due tesi: 1° La necessità di assumere come tipo della condotta morale la condotta dell'uomo giusto in una società giusta; e la necessità conseguente della distinzione tra Etica pura (Etica assoluta) ed Etica applicata (Etica relativa) e della precedenza teorica della prima sulla seconda.
| |
Spencer Spencer Etica Spencer Etica Etica Etica Etica
|