Si dirà che lo Spencer intende l'adattamento completo nel senso di mutuo adattamento dei tre ordini di fini fra di loro; intende cioè la conciliazione e l'accordo tra le esigenze della vita individuale, quelle della vita della specie e quelle della vita sociale.
Ma lasciando di notare che la difficoltà sopra notata risorge a proposito di questa conciliazione perfetta, si presenta la domanda: A quali patti si fa questa conciliazione?
Perché se è vero, come lo Spencer ha cura di ripeter spesso, che nelle condizioni presenti di esistenza i fini di un ordine non possono essere proseguiti e raggiunti senza sacrificio almeno parziale dei fini di un altro ordine, bisogna evidentemente, perché la conciliazione si faccia, che intervenga una cessazione o una modificazione o una sostituzione nei fini o di uno o di due o di tutti tre gli ordini considerati; ossia una modificazione nei bisogni e nelle esigenze dell'individuo, o della specie, o della società. Supponiamo ora per semplicità di discorso che i fini individuali e i fini della specie si possano considerare fin dal presente conciliati; o, per usare i termini dell'economia pura, che si possa assumere l'egoismo di specie come comprendente in sé l'egoismo individuale (il che è in gran parte conforme alle vedute stesse dello Spencer); la conciliazione resterebbe da farsi tra i fini della vita individuale e i fini della vita sociale.
E allora il problema è il seguente: Nello stato di conciliazione contemplato, fino a qual punto sono i bisogni e i fini individuali da noi conosciuti o immaginati che avranno mutato di specie, di estensione, di intensità, per adattamento alle esigenze sociali, e fino a qual punto si troveranno invece modificate le esigenze sociali per adattamento ai fini della vita individuale?
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