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      11. - E nasce di qui quel segreto rancore in chi riceve, e quel senso indefinito di malcontento e quasi di rimorso in chi dà, che avvelenano talvolta dalle sorgenti la simpatia, oscurando la serenità della beneficenza se la accompagni il dubbio che essa non sia se non un compenso parziale e tardivo di ingiustizie patite e di ingiustizie godute.
      La simpatia non può essere schietta dove non regna la giustizia24; e non si possono definire le forme e i limiti della beneficenza se non dopo che siano definite, e siano o si suppongano osservate le norme della giustizia; onde la necessità logica che il tipo ideale della società giusta sia determinato all'infuori da ogni supposta efficacia modificatrice che la simpatia e la beneficenza esercitino sulle condizioni e sulla condotta dei singoli e della società. Soltanto cosí è possibile accertare se il tipo di cooperazione assunto come ideale possa essere universalmente desiderabile, e soltanto cosí è possibile determinare dove la giustizia finisca e la beneficenza cominci; dove finiscano le relazioni di diritto e dove comincino le relazioni di simpatia.
      Ora il tipo di società ideale dello Spencer presenta anche questo difetto che deriva inevitabilmente dal primo; di supporre realizzate le condizioni della perfetta simpatia in una società nella quale non sono realizzate le condizioni della giustizia. La sua società è una società piú o meno ingiusta di uomini perfettamente simpatetici; dalla quale egli ricava per un verso le norme della giustizia, e per l'altro le norme della simpatia; invece di essere una società giusta di uomini giusti, quando si tratti di determinare le norme della giustizia; e una società giusta di uomini perfettamente simpatizzanti quando si tratti di determinare le norme della simpatia e della beneficenza.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





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