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      8 Notiamo subito, benché l'avvertenza debba parer quasi inutile, che per lo Spencer la parola assoluto non ha né può avere nell'Etica un significato metafisico; le norme etiche per lui non hanno ragione di essere all'infuori dell'esistenza animata quale si manifesta fenomenicamente: all'infuori di esseri capaci di piaceri e di dolori.
      9 Op. cit., Ch. XV: "Absolute and Relative Ethics".
      10 Per questa analisi v. op. cit,. Parte I, Cap. IV
      11 Ib., § 106, p. 279-80 dell'ed. cit.
      12 Ho già mostrato altrove, in un capitolo rivolto direttamente a questo esame (Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica, Cap. I) come e perché sia perfettamente vano e illusorio credere che da una costruzione teorica, scientifica o no, possa ricavarsi in qualsiasi modo una norma obbligatoria, se l'obbligatorietà non è già per altra via data o assunta o supposta: e come nasca e si mantenga l'illusione, e lo sforzo di credere che non è un'illusione. Ma l'argomento è di capitale importanza; e, del resto, la breve trattazione che segue, benché concluda il medesimo, è fatta da un punto di vista diverso.
      13 Sono lieto di notare che in un articolo dal titolo Ethics, a science pubblicato nella "Philosophical Review" novembre 1903, Volume XII, 6) il prof. E.B. Mc Gilvary insiste sul concetto, che è conforme a quel che ho sostenuto e sostengo, che l'Etica come scienza, è indicativa non imperativa. Senonché, per un verso, non si capisce dall'articolo se egli ammetta o escluda il medesimo di qualsivoglia costruzione dottrinale; per l'altro, egli non tien conto di quella differenza, nella quale consiste a mio giudizio la caratteristica dell'Etica.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





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