Pagina (7/59)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E mentre si venivan disegnando, cosí, conflitti di primato, se non contrasti irreducibili, tra i valori stessi tenuti tradizionalmente come superiori, si presentavano: di là, idealizzate, e sotto veste di valori razionali - o giustificate in nome di esigenze razionali - tendenze e forme di vita spontanee, passionali, o istintive, considerate già come estranee se non contrarie alla vita morale: e di qua si esaltavano come centro e culmine dei valori morali le forme religiose, intuitive, sentimentali e mistiche, avverse, almeno in apparenza, ad ogni pretesa di procedimento razionale, e che ad ogni modo si affermavano in atti di aperta sfida contro la ragione. E insieme si negava ogni significato etico - anche nella loro forma di idealità sociali e politiche - a quei principî razionali del diritto, nei quali il secolo precedente aveva visto ad un tempo il segno piú alto della dignità umana e il maggior trionfo della ragione.
     
     
     * * *

     
      Di fronte a cosí grande e cosí varia pluralità di contrasti tra criteri di valutazione, o tra «scale di valori» diverse, può bastare a risolvere i conflitti e a ricostituire - posto che sia necessaria -l'unità del contenuto, e l'universalità del consenso, affermare che la morale è universale perché è razionale, o è razionale perché è universale?
      Né è possibile fare appello alla ragione come autorità morale suprema quando i moralisti che se ne fanno interpreti non riescono, pur affilandone tutte le armi, né a convincere né a vincere i detrattori, se non argomentando ad hominem cioè facendo appello a qualche principio o criterio da quelli stessi assunto od ammesso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I limiti del razionalismo etico
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 59