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      Usar pietà diventa irragionevole se chi usa pietà è persuaso che il fine piú degno è la formazione del superuomo e che a formare il superuomo è necessario essere spietati. Questo esempio può parere poco convincente perché troppo remoto dalla probabilità di essere riconosciuto e accolto. Ma, lasciando pure di notare che esso sarebbe probativo anche se fosse del tutto ipotetico(13), è da osservare che pur prescindendo da negazioni e contrasti cosí recisi, sull'accordo tra le persone ragionevoli sono da fare assai piú riserve che non paia a prima vista; appunto perché, dove il consenso abituale del costume e l'accordo delle opinioni accettate senza critica non sopraffà o non nasconde le divergenze, e soprattutto nel campo della vita interiore, queste sono assai maggiori che non si creda. Anzi si può dire che su certi campi l'accordo tra persone di tendenze e di indirizzi morali diversi è raggiunto, non in grazia della ragione, ma nonostante la ragione, la quale se fosse rigorosamente applicata, richiederebbe un modo diverso di valutare e di giudicare l'azione. Il che viene a dire che qui l'accordo c'è, non perché tutti sono ragionevoli, ma perché alcuni si dimenticano di essere, o credono di essere mentre non sono.
     
     
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      Nell'esempio allegato sopra si ha la prova di un giudizio di valore tenuto come contrario alla ragione, che appare conforme a ragione quando muti il criterio al quale si riconduce.
      Non meno, anzi piú significativo è il caso inverso, di principî tenuti come razionali che cessano di essere riconosciuti tali, se cessano di essere ammessi certi dati o postulati dei quali si sottintendeva che non potessero essere ragionevolmente negati.


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I limiti del razionalismo etico
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 59