E la vera questione qui sarebbe di vedere se quel criterio di valutazione che egli accetta come persona morale è posto dalla ragione; se dato che non fosse sentito e accettato dalla sua coscienza, potrebbe un processo razionale farlo sorgere.
(9) Se si trova difficoltà a immaginare seguíto questo criterio fra gli individui, non c'è che da pensare al principio che ha regolato in ultima istanza, fino a ieri, se non fino ad oggi, i rapporti fra gli stati, e che dovrebbe regolarli sempre secondo l'imperativo nazionalistico o etnico o storico, che passò e passa tuttora - agli occhi di molti - come il solo imperativo «seriamente» politico.
In questa concezione dei rapporti fra gli stati non domina forse nella sua forma rigorosa quella tesi estrema - che lo Stirner formulò per i singoli individui - e che parve ad alcuni per il suo stesso rigore una caricatura ironica dell'anarchismo di una società di egoisti, che vale fin che mi giova e dura finché mi piace?
O si vorrebbe dire che non sono «ragionevoli» i politici, filosofi o no, che accettano e difendono questo criterio, non solo come l'unico criterio possibile, - in determinate circostanze storiche, - ma come il solo «razionale?» Senonché anche la razionalità dell'egoismo statale non è data, ma presupposta, o fondata su un presupposto: che l'interesse, anzi, un certo interesse dello stato abbia un valore incondizionatamente supremo.
(10) Chiedo scusa al lettore se adopero questa volta frasi di questo genere - adatte piú ad effetti stilistici che a precisione di pensiero - per segnalarne il pericolo.
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Stirner Chiedo
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