L'indagine psicologica soggiunge: Perché un uomo voglia ed operi il giusto bisogna che le sue idee, i sentimenti, i motivi siano tali e tali.
Ma fare che queste idee e sentimenti e motivi ci siano e siano efficaci, farli sorgere dove manchino, o fortificarli, è, in quanto sia possibile, oggetto di azione educativa, non di dimostrazione teorica; è formazione, non informazione; è problema pedagogico o politico, non problema di scienza morale. Al modo stesso e per la ragione medesima che non è un problema di logica far che gli azzeccagarbugli rinuncino ai sofismi, o un problema di igiene l'abituare alla temperanza, o un problema di enologia obbligare a ber vino un astemio.
Posto ciò, se ammettiamo che l'indagine psicologica o storica dimostri essere necessario un certo sistema di credenze metafisiche a dare o mantenere la disposizione psicologica richiesta, quale conseguenza si dovrebbe trarre da questa constatazione?
Questa: che un tale rapporto sarà un dato offerto alla pedagogia morale, la quale dovrà accettarlo e tenerne conto per il compito suo. Ossia l'arte educativa dovrà, se vuole quella disposizione, accettare il sistema di credenze da cui essa dipende, collegando con quelle credenze la norma. E perciò dal punto di vista pedagogico la motivazione della norma dovrà essere ricavata da quelle credenze metafisiche; il che viene a dire che o la norma direttamente, o quel fine umano che nell'ipotesi la giustifica e da cui è realmente dedotta, dovrà essere presentato come una derivazione, un corollario del contenuto stesso di quelle credenze.
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