In tal caso noi avremmo una costruzione su base metafisica la quale obiettivamente e logicamente sussiste al di fuori e al disopra della costruzione normativa etica, soggettivamente o psicologicamente la sorregge, innestandola sui fattori interni da cui la disposizione volontaria dipende; una costruzione, che, riflettendo la reale causazione psichica della moralità, appare una condizione indispensabile della formazione educativa morale. Ma rimangono tuttavia (quali si siano le difficoltà che ne possano nascere) veri e fuori di contestazione questi punti:
1° Questa costruzione metafisica dell'etica non dà essa, nell'ipotesi, la giustificazione della norma, ma fornisce al fine e alla norma una certa motivazione che è bensí necessaria all'osservanza, ma non è necessaria a far riconoscere la giustizia di questa osservanza, ed è estranea alla motivazione propria e pura della giustizia. Perché essa riversa, per Cosí dire, sulla norma etica la forza di impulso di certe credenze, sfrutta a beneficio del fine umano certi sentimenti, il cui oggetto è al di là di questo fine.
2° Questa costruzione metafisica è - nell'ipotesi - necessaria, in quanto si riconosce necessario a muovere all'osservanza delle norme il sistema di credenze assunto da lei; e tale necessità è relativa alla esistenza di questa condizione: che il motivo proprio e diretto, cioè il desiderio del fine non sia per sé efficace.
3° Questa costruzione metafisica non pone essa le credenze, ma le suppone, e al piú le interpreta e sistematizza.
| |
|