2: Perché il problema riesca insolubile. - Il processo logico e il processo psicologico; la duplicità di fini nelle costruzioni etiche. - Ragioni per le quali dura l'antitesi tra bene sociale e bene individuale anche nelle costruzioni razionali. - Difetto di astrazione.
3. Illegittimità del concetto di condotta buona che ne risulta. - Una norma non può essere universalmente giusta se non formula le esigenze a cui deve soddisfare ad un tempo e l'azione dell'individuo sulla società e l'azione della società sull'individuo. - Conseguente necessità di supporre condizioni ideali corrispondenti. - L'ipotesi di una società perfettamente giusta.
1.
Colla necessità di una certa condotta rispondente alle esigenze della convivenza, si collega la necessità che questa condotta sia tenuta da tutti i membri della società come la condotta buona; e quindi la necessità - quando il lavoro critico della riflessione e dell'analisi cerchi di determinare la ragione di questo giudizio - di trovare una risposta a questa domanda: Perché ciascuno deve riconoscere come giusto per sé e per gli altri di osservare quella condotta, ossia perché deve riconoscere come giusta quella norma?
Sgombriamo subito il terreno da possibili confusioni ed equivoci. È risaputo che il contenuto concreto di ciò che si distingue, volta a volta, come condotta buona o morale muta nello spazio e nel tempo, secondo la struttura e il tipo della società, col mutare delle esigenze che le condizioni esterne e interne vengono via via determinando; ma è del pari risaputo che, qualunque sia il tipo sociale, e qualunque il tipo concreto di condotta da quello richiesto, sempre nel seno di una società è necessario che la condotta dei singoli sia distinta come buona o cattiva secondo che si conforma o non si conforma a certe condizioni; e che tale distinzione valga, nel seno di essa società, universalmente.
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Illegittimità
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