È notissimo, e sarebbe superfluo chiarire questo punto, che qui si disegnano due orientamenti di coscienza diversi e in alcuni, se non tutti i postulati pratici, opposti; e due concezioni politiche corrispondenti, tra le quali intercorrono gradazioni varie di partiti.
E sono: l'indirizzo che prende norme dal liberalismo conservatore: — la giustizia è la garanzia della libertà di tutti nelle condizioni sociali storicamente date e quello che prende impropriamente nome dal socialismo(16): — la giustizia è la costituzione di condizioni sociali tali che ciascuno trovi in esse la medesima possibilità esterna di valere come persona — (che coincide con l'interpretazione piú universalmente radicale della famosa seconda formula della Fondazione di Kant).
Ciò che qui importa di notare è piuttosto che in essa si rivela una forma del conflitto fondamentale di cui si è toccato, nel modo di intendere la conciliazione o meglio la subordinazione delle due esigenze costitutive della personalità: l'esigenza universale e l'esigenza individuale.
Senonché, appunto perché il conflitto tra queste due esigenze è considerato soltanto in relazione alle condizioni esteriori, esso prende quanto alla forma veste giuridica e quanto al contenuto natura economica; si presenta come negazione o posizione nel Potere politico della facoltà di sottoporre ad una legislazione esterna il possesso e l'uso dei mezzi di produzione e i modi di distribuzione della ricchezza.
La quale limitazione del carattere del conflitto è dovuta non solamente e non tanto all'abbassamento inevitabile che ogni idealità subisce nel tramutarsi da esigenza etica in programma politico, quanto ad una necessità intrinseca alla costituzione stessa del Potere e alle condizioni della sua validità.
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