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      IINei tempi andati l'autorità dei genitori, degli educatori e dei maestri pesava troppo su' figli e sugli alunni; all'età nostra generalmente si eccede in fatto di libertà, in ogni educazione domestica, privata e pubblica. Una volta s'insegnava poco e tardi; oggi molti genitori e maestri ed alcuni Stati hanno la smania d'istruire i fanciulli troppo presto e d'insegnar loro troppe cose. Nei secoli anteriori, e anco nella prima metà del secol nostro, l'educazione fisica era generalmente trascurata, o non tenevasi conto delle leggi fisiologiche nell'educazione mentale; oggi si tende, specie dai più fervidi seguaci delle teorie Darwiniane e della Filosofia evoluzionista, ad imperniare sulla Fisiologia la Pedagogia intera, cioè non pure l'educazione fisica e sensitiva dell'uomo, sì anche la intellettiva e la morale. Ma, fra gli altri, un valoroso propugnatore della nuova Pedagogia scientifica, il compianto Siciliani (Storia critica delle teorie pedagogiche), osservava giustamente che il Darwinismo non può dar ragione di tutta la scienza pedagogica, e ancor più esso torna insufficiente quando all'arte educativa si vogliano applicare le pure leggi meccaniche del trasformismo.
      Anticamente l'educazione morale forse invadeva troppo il campo dell'educazione mentale; in oggi avviene il contrario: di qui la mancanza d'una soda morale pubblica, come lamentava non ha guari lo Schäffle (Struttura e vita del corpo sociale). Alcuni pedagogisti racchiudono tutta la scienza e l'arte educativa in una metodica generale ed astratta, dimenticando così l'aurea sentenza di Seneca: Longum est iter per praecepta, breve et effìcax per exempla.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





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