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      18. Nello stato presente intellettuale e sociale, bisogna inculcare per tempo ai fanciulli alcune idee religiose, ma con siffatto metodo che la nozione di Dio sia congiunta a quella del dovere e che la legge divina apparisca come legge di natura, legge che l'uomo sente e ritrova nella propria coscienza. Imperocché la Religione senza la moralità si riduce a un mero culto superstizioso.
      19. Si avvezzino i giovinetti alla tolleranza religiosa perchè, nonostante la differenza delle religioni positive, v'ha una sola religione.
      20. Il giovinetto, inoltre, sia educato alla socievolezza, cioè all'amore non solo della famiglia, degli amici e della patria, ma degli uomini tutti, prescindendo da ogni interesse proprio e da ogni disuguaglianza sociale, dacché il bene sia amabile per sè stesso e gli uomini siano tutti eguali per natura.
      21. Il giovane, stimando sè giusta il proprio valore intrinseco e non secondo il giudizio e il valore degli altri, dia poca importanza ai beni e a' piaceri della vita, e si apparecchi a non temere la morte.
      22. Una buona educazione è proprio la sorgente d'ogni bene nel mondo.
      Oltre questi punti essenziali, nella Pedagogia del Kant troverà il lettore osservazioni elevate, giudiziose, pratiche, argute, e quel senso profondamente morale che domina tutta la Filosofia pratica del grande pensatore tedesco.
      IV.
      Narrasi che appena il Kant ebbe gettato gli occhi sull'Emilio del Rousseau, lo lesse tutto con tale ardore e attenzione da sospendere perfino la regolarità delle sue passeggiate quotidiane.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





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