Parimente, si vede che i selvaggi non si abituano mai a vivere come gli Europei, quantunque restino per lungo tempo ai servigj loro. Il che non deriva già in essi, come opinano il Rousseau ed altri, da una nobile tendenza alla libertà, ma da una certa rozzezza, perché l'uomo appo essi non si è ancora spogliato in qualche maniera della natura animale. E però dobbiamo avvezzarci per tempo a sottometterci ai precetti della ragione. Quando all'uomo si è lasciato seguire la piena sua volontà per tutta la gioventù e non gli si è mai resistito in nulla, ei conserva una certa selvatichezza per tutta la vita. Né ai giovani reca alcuna utilità un affetto materno esagerato, dacché più tardi si pareranno loro dinanzi ostacoli da tutte le parti, e troveranno dovunque contrarietà quando piglieranno parte agli affari del mondo.
Un vizio, nel quale ordinariamente si cade nell'educazione dei grandi, è quello di non opporre loro alcuna resistenza nella loro gioventù, perché sono destinati a comandare. Nell'uomo la tendenza alla libertà richiede ch'egli deponga la sua rozzezza: nell'animale bruto, al contrario, questo non è necessario per l'istinto di lui.
L'uomo ha bisogno di vigilanza e di cultura. La cultura abbraccia la disciplina e l'istruzione. Nessun animale, che noi sappiamo, ha bisogno di quest'ultima; imperciocchè veruno di essi apprende alcun che da' suoi antenati, salvo quegli uccelli che imparano a cantare. Infatti, gli uccelli sono ammaestrati nel canto dai loro genitori; ed è mirabil cosa il vedere, come in una scuola, i genitori cantare con tutte le proprie forze davanti ai loro nati e questi adoperarsi a cavare gli stessi suoni dalle loro tenere gole.
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Europei Rousseau
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