L'educazione domestica, oltre non correggere i difetti appresi in famiglia, li aumenta.
12. Quanto tempo deve durare l'educazione? Fino a che la natura ha voluto che l'uomo si governi da sè stesso, fino a che si sviluppi in lui l'istinto del sesso, fino a che egli può divenire padre ed esser tenuto di educare alla sua volta, ossia fino all'età di circa sedici anni. Decorsa quest'età, si può ricorrere a maestri che proseguano a coltivarlo, a sottoporlo ad una celata disciplina; ma la sua educazione regolare è finita.
13. La soggezione dell'allievo è positiva o negativa. Positiva, in quanto ei deve fare ciò che gli viene comandato, non potendo ancora giudicare da sè e non avendo ancora appreso l'arte d'imitare. Negativa, in quanto l'allievo dee fare ciò che desiderano gli altri, se vuole ch'essi dal canto loro facciano qualcosa che gli torni piacevole. Nel primo caso egli è esposto ad essere punito; nel secondo, a non ottenere ciò che desidera: e qui, benché possa oramai riflettere, ei dipende dal suo piacere.
14. Uno dei più grandi problemi dell'educazione si è di poter conciliare la sommissione all'autorità legittima coll'uso della libertà. Imperocché l'autorità è necessaria! Ma in qual modo coltivare la libertà per mezzo dell'autorità? Bisogna che io avvezzi il mio allievo a soffrire che la sua libertà venga sottoposta all'autorità altrui, e che in pari tempo io gl'insegni a far retto uso della sua libertà. Senza questa condizione, in lui non vi sarebbe altro che puro meccanismo; l'uomo sfornito di vera educazione non sa far uso della sua libertà. Fa d'uopo ch'egli senta per tempo la resistenza inevitabile della società, perché impari a conoscere quanto è difficile di bastare a sè stesso, di tollerare le privazioni e di acquistare quanto basti a rendersi indipendente.
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