La questione, se il cielo non sarebbesi mostrato assai più benigno verso di noi, offrendoci ogni cosa bella e preparata, onde non avremmo avuto più bisogno di lavorare, deve essere certamente risoluta in modo negativo; imperocchè l'uomo ha bisogno di occupazioni, anco di quelle che suppongono un certo costringimento. È parimente falso l'immaginare che se Adamo ed Eva fossero rimasti nel paradiso terrestre, non avrebbero fatto altro che star seduti insieme, cantare canzoni pastorali e contemplar la bellezza della natura. L'ozio li avrebbe tormentati, come tormenta gli altri uomini.
L'uomo dev'essere occupato in modo che, tutto compreso del fine a cui mira, non senta più sè stesso, e che il miglior riposo per lui sia quello che succede al lavoro. Vuolsi pertanto avvezzare il fanciullo a lavorare. E dove la tendenza al lavoro può esser meglio coltivata che nella scuola? La scuola è una cultura obbligatoria. Si renderebbe al fanciullo un cattivo servigio se l'avvezzassimo a considerar tutto come uno svago. Egli deve certamente avere i suoi momenti di ricreazione, ma anco le sue ore di lavoro. Se non comprende subito l'utilità di quest'obbligo, la comprenderà più tardi. Voler sempre rispondere alle dimande dei fanciulli: Perchè ciò? A qual fine? sarebbe lo stesso, in generale, che procurar loro abiti di curiosità indiscreta. L'educazione dov'essere obbligatoria; il che per altro non vuol dire che i fanciulli si abbiano a trattare come schiavi.
36. In quanto alla libera cultura delle facoltà dello spirito, vuolsi notare ch'ella progredisce di continuo.
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Adamo Eva
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