Le cose han natura siffatta che l'intelletto segue prima le impressioni sensibili e la memoria deve conservarle. Lo stesso avviene, per esempio, nelle Lingue. Possiamo impararle con un metodo formale, cioè mediante la memoria, o praticamente nel conversare, e questo secondo metodo è da preferirsi nelle Lingue viventi. Per fermo lo studio dei vocaboli è necessario, ma i fanciulli assai meglio li imparano quando li ritrovano nell'autore che hanno sotto gli occhi. Bisogna che la gioventù abbia uno scopo fisso e determinato. Specialmente la Geografia s'insegna con un certo meccanismo. La memoria ha una certa predilezione per questo meccanismo, che in molti casi torna utilissimo. Finora non si è trovato alcun meccanismo proprio a facilitare lo studio della Storia; si è tentato l'uso di certi specchi e cataloghi, ma non pare abbia dato buoni risultamenti. La Storia è un mezzo eccellente per esercitare l'intelletto a ben giudicare. La memoria è molto necessaria, ma non conviene farne un puro esercizio pei fanciulli, tal sarebbe quello di far loro imparare a mente i discorsi. Il che serve a renderli più arditi; mentre la declamazione si conviene solo agli uomini. Va detto lo stesso di tutte quelle cose che s'imparano per sostenere un futuro esame, o per dimenticarle in progresso (in futuram oblivionem). La memoria va occupata in cognizioni che ci preme di conservare e che hanno attinenza colla vita reale. Funestissima pei fanciulli è la lettura dei romanzi, perché riesce soltanto a divertirli fino a che li leggono: essa indebolisce la memoria.
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