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      Questo accade principalmente quando ci rivolgiamo ad essi con parole ingiuriose e quando si umiliano spesso. Conviene pertanto biasimare quelle parole che molti genitori indirizzano ai loro figli: Eh, non ti vergogni! Non vedesi di che i fanciulli potrebbero vergognarsi quando, per esempio, mettono in bocca il loro dito. Si può dir loro che ciò non sta bene, questo non essendo l'uso: ma dobbiamo dir loro che si vergognino solamente quando mentiscono. La natura ha dato all'uomo il rossore della vergogna, perché si palesi quand'egli mentisce. Se dunque i genitori parlassero di vergogna ai loro figli solamente quando mentiscono, essi conserverebbero fino alla morte questo rossore per la menzogna. Ma se li facciamo arrossire di continuo, si darà loro una timidezza che non li abbandonerà più.
      Come abbiamo detto qua sopra, non devesi piegare la volontà dei fanciulli, ma dirigerla per modo che ella sappia cedere agli ostacoli naturali. Sulle prime il fanciullo deve obbedire ciecamente. Non è conforme a natura ch'egli comandi con le sue grida, e che il forte obbedisca al debole. Dunque non va mai ceduto alle grida dei fanciulli e dei bambini stessi, perché ottengano così ciò che vogliono. Qui i genitori per lo più s'ingannano, e credono di poter rimediare al male più tardi ricusando ai loro figli quanto dimandano. Ma è assurdo il negar loro senza ragione quello che essi attendono dalla bontà dei genitori, coll'unico intento di far loro sentire che sono più deboli.
      Guasta i fanciulli chi lascia far loro quello che vogliono, e li educa malissimo chi va sempre contro la loro volontà ed i loro desiderii.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96