Pagina (85/96)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Conviene adoprarsi a soffocare ogni superbia fondata sui vantaggi della fortuna. Ma bisogna fondare in pari tempo la franchezza, cioè una modesta fiducia in sè medesimo. Essa mette l'uomo in grado di mostrare e far valere convenientemente tutte le sue belle qualità. La franchezza va distinta dall'arroganza, che sta nel non curarsi affatto dei giudizi altrui.
      Tutti i desiderî umani sono o formali (libertà e potere), o materiali (relativi ad un oggetto), cioè desiderî d'opinione o di piacere; o, finalmente, risguardano la semplice durata di queste due cose, come elementi della felicità.
      Sono desiderî della prima specie quelli degli onori, del potere e delle ricchezze. Appartengono alla seconda specie i desideri del piacere sessuale (voluttà), delle cose (benessere materiale) e della società (conversazione). Sono, infine, desideri della terza specie l'amore della vita, della salute, delle comodità (il desiderio d'essere scevro di cure nell'avvenire).
      I vizî sono quelli o di malignità, o di bassezza, o di grettezza d'animo. Alla prima specie appartengono la invidia, la ingratitudine e la gioia per la sventura altrui; alla seconda, la ingiustizia, la infedeltà (falsità), il disordine vuoi nel dissipare le proprie sostanze, vuoi nel rovinarsi la salute (intemperanza) e la propria reputazione; alla terza specie, la durezza di cuore, l'avarizia e la infingardia (effeminatezza).
      Le virtù sono o di puro merito, o di obbligazione stretta, o d'innocenza. La prima classe comprende la magnanimità (che consiste nel domare sè stesso vuoi nella collera, vuoi nell'amore del benessere materiale e delle ricchezze), la beneficenza, il dominio sopra sè stesso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96