Finalmente l'anno seguente, 1873, per la delazione di un operaio vendutosi alla polizia, fu arrestato... E quale fu mai la sorpresa amara del governo, della polizia, e principalmente della Corte, quando si seppe che il temuto agitatore rivoluzionario «Boradin» non era che l'illustre scienziato, l'ex ufficiale, il principe Kropotkin, discendente di sangue reale e imparentato colla Corte stessa?
Si dice che l'imperatore Alessandro II la masticasse molto male, e quasi quasi avrebbe preferito lasciare il temuto «Boradin» alla sua propaganda anzicchè vedersi scoppiare intorno un tale scandalo inaudito!
In ogni modo, appunto per lo sdegno che nel governo suscitò il contegno di questo principe degenere e ribelle, a Pietro Kropotkin nulla giovarono i vantaggi della sua posizione, ma furono anzi per lui un'aggravante.
Come ogni altro delinquente, fu rinchiuso nella terribile e tristamente celebre fortezza de' Santi Pietro e Paolo, ove rimase per tre lunghi anni, dal '73 al '76; e forse vi gemerebbe ancora, o vi sarebbe morto ignorato e oscuro, come tanti suoi fratelli e compagni di sventura, se nel luglio del '76, coll'aiuto del suo amico e compagno Dott. Weimar, non fosse riuscito a fuggire da quell'ergastolo effettuando un piano di fuga dei più romanzeschi ed audaci, da lui stesso concepito.
Non ripeterò qui il racconto di quella fuga, così celebre per la ammirevole descrizione che ce ne ha fatta Stepniak ne' suoi bozzetti della «Russia sotterranea».
Da quel momento cominciò per Kropotkin la tumultuosa ed incerta vita dell'esiliato.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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