Uscendo a sud-est dalla bolgia fumosa della metropoli inglese, lo spirito s'allarga a poco a poco e si purifica, come il cielo che si fa a mano a mano più aperto, più limpido, più azzurro, finchè si spalanca in una immensa radiosità di splendori sul verde cupo della contea di Kent.
Involontariamente l'animo si predispone a ricevere un'impressione di serenità e di pace da tutte le cose e da tutti gli esseri. E questa impressione di serenità s'intensifica quando, varcata la soglia di «Viola Cottage», respirate l'incantevole dolcezza di quella pace tranquilla fatta di tante cose, dell'azzurro del cielo, del verde degli alberi, del silenzio del luogo, della gradita conversazione di Pietro, del sorriso buono della sua compagna e dell'amabilità della sua figliuola.
Al ritorno invece il contrario. A mano a mano che il treno si ingolfa nel dedalo di binari irreticolato sul mare sudicio delle tettoie londinesi, il cuore si stringe, la realtà brusca vi riprende, la lotta vi riafferra colle sue amarezze, i suoi dolori, i suoi disinganni.
G. CIANCABILLA
PREFAZIONE
Pietro Kropotkin m'ha domandato di scrivere qualche parola d'introduzione alla sua opera, ed io cedo al suo desiderio, benchè mi senta un poco imbarazzato nel farlo.
Nulla potendo aggiungere alla massa d'argomenti ch'egli porta nel suo lavoro, io rischio d'indebolire la forza delle sue stesse parole. Ma l'amicizia mi scusa. Quando pei repubblicani francesi è di uno squisito buon gusto il prosternarsi ai piedi dello czar, io preferisco avvicinarmi a quegli uomini liberi ch'egli farebbe flagellare a vergate, e chiuderebbe in una segreta di fortezza, o farebbe impiccare in un tetro cortile di prigione.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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Kent Cottage Pietro Kropotkin
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