Il clima non è più un ostacolo. Quando manca il sole, l'uomo lo sostituisce col calore artificiale, in attesa di creare anche la luce per sviluppare la vegetazione. Con del vetro e dei tubi di acqua calda, raccoglie su di un dato spazio dieci volte maggiori prodotti che non ne raccogliesse prima.
I prodigi che si sono compiuti nell'industria sono ancora più sorprendenti. Con quegli esseri intelligenti, che sono le macchine moderne, - frutto di tre o quattro generazioni d'inventori, la maggior parte sconosciuti, - cento uomini fabbricano di che vestire dieci mila uomini durante due anni. Nelle miniere di carbone, bene organizzate, cento uomini estraggono ogni anno tanto combustibile da riscaldare diecimila famiglie sotto un clima rigoroso. E vedemmo ultimamente sorgere in pochi mesi al Campo di Marte(4) un'intera meravigliosa città, senza che per questo i lavori regolari della nazione francese subissero la menoma interruzione.
E se, nell'industria come nell'agricoltura e come nell'insieme della nostra organizzazione sociale, le fatiche dei nostri antenati non sono di profitto che ad un ristrettissimo numero di noi, - non è per questo meno accertato che l'umanità potrebbe sin d'ora concedersi un'esistenza di ricchezza e di lusso, coi soli servitori di acciaio e di ferro ch'essa possiede, le macchine.
Sì certo, noi siamo ricchi, infinitamente più ricchi di quel che non si pensi. Ricchi per quel che già possediamo; ancora più ricchi per quel che possiamo produrre cogli attuali meccanismi; infinitamente più ricchi per quel che potremmo ottenere dal nostro suolo, dalle nostre manifatture, dalla nostra scienza e dal nostro sapere tecnico, se tutto ciò fosse applicato a procurare il benessere universale.
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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Campo Marte
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