Ogni intrapresa non si preoccupa punto dei bisogni della società: il suo unico scopo è quello di aumentare i benefici dell'intraprenditore. Da ciò derivano le continue fluttuazioni dell'industria, le cui crisi, allo stato cronico, gettano sul lastrico centinaia di migliaia di lavoratori.
Non potendo gli operai acquistare coi loro salari le ricchezze da essi prodotte, l'industria ricorre ai mercati esterni, fra gl'incettatori delle altre nazioni. In Oriente, in Africa, non importa dove, in Egitto, nel Tonchino, nel Congo, l'Europeo, in queste condizioni, deve aumentare il numero dei suoi servi. Ma dappertutto ei trova dei concorrenti, poichè tutte le nazioni evolvono nello stesso senso. E le guerre, - le guerre in permanenza, - debbono scoppiare per il diritto di primeggiare sui mercati mondiali. Guerre per i possessi in Oriente; guerre per il dominio dei mari; guerre per imporre dei dazi di entrata alle frontiere e dettar condizioni ai propri vicini; guerre contro coloro che si ribellano! Il rumor del cannone non cessa in Europa; generazioni intere vengono massacrate; gli Stati Europei spendono in armamenti il terzo dei loro bilanci, - ed ognuno sa che cosa siano le tasse e quel ch'esse costino al povero.
L'educazione rimane privilegio di minoranze infime. Imperocchè, come si può parlare d'educazione, quando il figlio dell'operaio è costretto a tredici anni a scender con lui nella miniera, o aiutarlo alla fattoria? Come si può parlare di studii all'operaio che rincasa alla sera, fiaccato da una giornata di lavoro forzato, che quasi sempre abbrutisce?
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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