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      Le società si dividono in due campi ostili, e in tali condizioni la libertà non è che una vana parola. Mentre il radicale domanda una più larga estensione di libertà politiche, s'accorge ben presto che il soffio della libertà spinge rapidamente i proletarii a sollevarsi; e allora retrocede, cambia di opinione e ritorna alle leggi eccezionali e al governo della sciabola.
      Per mantenere i privilegi è necessario un vasto insieme di tribunali, di giudici e carnefici, di sbirri e di carcerieri, e questo insieme diventa esso stesso l'origine di tutto un sistema di delazioni, d'inganni, di minaccie e di corruzione.
      Inoltre, questo sistema impedisce lo sviluppo dei sentimenti socievoli. Ognuno comprende che senza rettitudine, senza il rispetto di se stesso, senza simpatie e mutuo appoggio la specie umana deperisce, come deperiscono le poche specie animali che vivono di brigantaggio e di asservimento. Ma di ciò le classi dirigenti non amano persuadersi, ed esse inventano tutta una scienza, assolutamente falsa, per provare il contrario.
      Si dicono delle belle cose sulla necessità di dividere ciò che si possiede con coloro che non hanno nulla. Ma chiunque si attenta di mettere in pratica questo principio è subito messo in guardia che tutti questi grandi sentimenti son buoni soltanto per i libri di poesie - non nella vita. «Mentire, significa avvilirsi, abbassarsi», noi diciamo, e tutta l'esistenza civile non è che un'immensa menzogna. E noi ci abituiamo, noi educhiamo i nostri figli a vivere con una moralità a doppia faccia, da ipocriti!


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282